Perdere il filo by Laura Fontanella

Perdere il filo by Laura Fontanella

autore:Laura Fontanella [Fontanella, Laura]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Meltemi Editore
pubblicato: 2024-07-26T17:32:58+00:00


Intrecci

Comprendere e apprezzare i nostri differenti posizionamenti ha rappresentato la cornice necessaria alla costruzione della solidarietà professionale e politica tra di noi, nonché a creare uno spazio di fiducia emotiva in cui possano esistere intimità e rispetto reciproco.

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1. Introduzione

Sebbene il nome Gender in Translation possa far pensare a una propensione verso l’analisi e la traduzione in chiave di genere, questo laboratorio ambisce a ben altro, proponendosi di affrontare il complesso groviglio che lega il genere ad altre questioni, ad altre oppressioni materiali, sistemiche e millenarie, in traduzione: quella della razza, della classe, della sessualità, dell’abilità, della neurodivergenza, dell’alterità rispetto a una norma. Gender in Translation vorrebbe creare intrecci, intessere fili, comporre tele di vissuti diversi, creare ma(ta)ssa provando, gradualmente, a decostruire lo sguardo del potere più pericoloso: quello che alberga dentro di noi, che abbiamo assimilato, che abbiamo introiettato. Spesso, quando si traduce si pensa che sia la persona a scavare nel testo. Qui, vorrei che accadesse il contrario: che fosse il testo a scavare dentro di noi.

Per fare (la) traduzione, ci vuole un testo.

La dispensa dei testi che preparo per il laboratorio parte inevitabilmente dalle mie letture ma viene costruita affinché ciascun testo tocchi una determinata tematica, mettendo le persone partecipanti di fronte a quelle che, a mio avviso, possono rappresentare delle stimolanti sfide traduttive. Abbracciare il proprio senso di spaesamento credo possa essere illuminante.

Scelgo i testi, quindi, sulla base delle discussioni che potrebbero innescare, sulla base di alcune domande che io stessa vorrei esplorare con occhi altri rispetto ai miei. Di solito, divido i testi per genere letterario, sebbene questa categorizzazione in letteratura, spesso e volentieri, è più un insieme di etichette che di reali definizioni. Infine, scelgo il paragrafo che mi sembra più evocativo per manifestare l’atmosfera e i personaggi, quello che mi sembra meglio rappresenti il tono del testo e il tema portante, oppure che mi sembra includa giochi di parole particolari o espressioni tortuose da rendere in traduzione dall’inglese all’italiano.

Per esempio, uno dei testi che da sempre mi accompagna e che sempre inserisco in dispensa è l’Orlando di Virginia Woolf, testo che è stato per altro ampiamente analizzato anche da Annarita Taronna nel suo Pratiche traduttive e Gender Studies, un volume edito da Aracne Editrice nel 2006 e in cui l’autrice riporta alcuni passaggi del noto romanzo, commentando le scelte traduttive fatte da diverse case editrici nel corso degli anni e nelle varie ripubblicazioni del romanzo.

He stretched himself. He rose. He stood upright in complete nakedness before us, and while the trumpets pealed Truth! Truth! Truth! we have no choice left but confess – he was a woman. […] Orlando had become a woman – there is no denying it. But in every other respect, Orlando remained precisely as he had been. The change of sex, though it altered their future, did nothing whatever to alter their identity. Their faces remained, as their portraits prove, practically the same. His memory – but in future we must, for convention’s sake, say ‘her’ for ‘his’ and



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